La «fotografia stereoscopica» si basa sulla percezione della profondità di un oggetto o dell'ambiente, che l'occhio umano elabora con il cervello. Gli occhi inviano al cervello due immagini distinte, poichè fisicamente i bulbi oculari si trovano ad una certa distanza (circa 6 centimetri) e angolazione fra loro. È la sovrapposizione di esse che genera l'effetto tridimensionale.
Questo tipo di percezione viene studiato fin dai tempi di Euclide, passando da Leonardo da Vinci a François de Aguilón (ideatore del termine "stereografia"), fino ad arrivare nel 1832 a Charles Wheatstone, il quale ottenne in Inghilterra i primi risultati apprezzabili di questa tecnica visiva. In quanto precedente alla nascita della fotografia, la stereografia nasce con disegni realizzati appositamente per lo scopo.
Ma come si fa ad ottenere lo stesso effetto fotograficamente?
Per creare un'immagine stereoscopica si deve riprodurre la visione binoculare. È necessario quindi affiancare due fotografie, tipicamente scattate nello stesso istante da due angolazioni leggermente differenti. Queste fotografie, perfettamente affiancate su un piano ed allineate orizzontalmente, vanno poi osservate con un apposito visore che ha la funzione di separarle per l'invio al cervello, evitando la altrimenti naturale interferenza su entrambi gli occhi.
Esistono e sono diffuse, poi, modalità stereoscopiche che consentono anche una visione tridimensionale ad occhio nudo. Queste necessitano però di una certa predisposizione e allenamento, seguendo una tecnica che proverò a spiegare in un prossimo messaggio.
Questo tipo di percezione viene studiato fin dai tempi di Euclide, passando da Leonardo da Vinci a François de Aguilón (ideatore del termine "stereografia"), fino ad arrivare nel 1832 a Charles Wheatstone, il quale ottenne in Inghilterra i primi risultati apprezzabili di questa tecnica visiva. In quanto precedente alla nascita della fotografia, la stereografia nasce con disegni realizzati appositamente per lo scopo.
Ma come si fa ad ottenere lo stesso effetto fotograficamente?
Per creare un'immagine stereoscopica si deve riprodurre la visione binoculare. È necessario quindi affiancare due fotografie, tipicamente scattate nello stesso istante da due angolazioni leggermente differenti. Queste fotografie, perfettamente affiancate su un piano ed allineate orizzontalmente, vanno poi osservate con un apposito visore che ha la funzione di separarle per l'invio al cervello, evitando la altrimenti naturale interferenza su entrambi gli occhi.
Esistono e sono diffuse, poi, modalità stereoscopiche che consentono anche una visione tridimensionale ad occhio nudo. Queste necessitano però di una certa predisposizione e allenamento, seguendo una tecnica che proverò a spiegare in un prossimo messaggio.